Il bivacco

Che cos’è un bivacco fisso?

Il bivacco nasce come supporto agli alpinisti per l’ascesa alle cime o come punto tappa per escursioni di più giorni, ma prima che un luogo fisico è per molti un rifugio interiore, un insieme di emozioni e ricordi. Chi vi ha dormito almeno una notte non può scordare il sapore della zuppa preparata con il fornelletto a gas, i colori del tramonto o il risveglio molto prima dell’alba, le chiacchere al lume di candela o il russare forte di chi si addormenta per primo.

Il bivacco modello “Apollonio”, il più diffuso sulle nostre montagne è una struttura in lamiera: l'ingegner Giulio Apollonio rielabora il progetto dei fratelli Ravelli e ne aumenta le dimensioni, su una pianta di 2,16 di larghezza per 2,63 di profondità Apollonio eleva una struttura alta 2,29 metri, con il tetto rastremato a semicerchio. Telaio in ferro, rivestimento interno in legno e (all'esterno) in lamiera dal classico colore rosso.

Vi si può stare in piedi nella zona centrale e le cuccette a castello sono ricavate su reti ribaltabili, così da poter pranzare seduti sfruttando l'esiguo spazio centrale.

Nelle foto il bivacco "Giuliano e Scipio Secondo Slataper", un bivacco delle Dolomiti ampezzane, collocato alle pendici meridionali del gruppo del Sorapiss. È dedicato a due cugini triestini caduti sul fronte orientale durante la seconda guerra mondiale e insigniti della medaglia d'oro al valore militare. Costruito nel 1965 dalla sezione CAI "XXX Ottobre di Trieste.


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